L’Accademia di agricoltura nacque come Società Agraria il 24 maggio 1785, per Rescritto sovrano di Vittorio Amedeo III di Savoia, Re di Sardegna, in un periodo di prevalente cultura illuminista.
Gli scopi della Società sono dichiarati chiaramente nel primo Statuto: “promuovere a pubblico vantaggio la coltivazione dei terreni situati principalmente nei felici domini di S.M., secondo le regole opportune e convenevoli alla loro diversa natura” si trattava cioè di risolvere, ottenendone anche vantaggi economici, i problemi della produzione agricola e dell’occupazione secondo i concetti illuministici e fisiocratici di quel periodo.
L’Accademia, superata senza danni l’epoca napoleonica, con titolo di “Reale Società Agraria“, divenne l’organo ufficiale di consulenza in materia agraria del Governo piemontese e poi, dopo l’unità, di quello italiano, consulenza che durò fino al 1868, anno in cui venne istituito a Roma il Consiglio Superiore dell’Agricoltura.
La Società fornì anche una preziosa attività didattica e scientifica per gli agricoltori, a partire dalla fine del 1700 e per tutto il secolo XIX e oltre, utilizzando dapprima il cosiddetto “Orto sperimentale della Crocetta” e poi un altro terreno situato nella zona del Valentino che venne utilizzato fino agli anni venti di questo secolo.
Nel 1927 l’Accademia entrò in possesso di un podere di circa 30 ettari, formato da terreni circostanti l’Abbazia di Vezzolano (Asti), azienda che viene utilizzata attualmente per studi ed esperimenti dall’Istituto per la Meccanizzazione Agricola del C.N.R.
Tra i tanti episodi storici degni di nota ricordiamo l’importazione effettuata dall’Accademia sul finire del secolo XVIII di nuclei di pecore spagnole di razza Merinos, dalle quali mediante incroci con ovini biellesi, si ottenne un miglioramento qualitativo della produzione della lana, costituendo così la prima origine e la base del grande sviluppo dell’industria laniera di quella provincia.
E come non ricordare il Ministro Camillo Cavour, socio fin dal 1843, noto per la sua personale attività a Grinzane quale viticoltore e a Leri, nel vercellese, per le migliorie da lui apportate alla produzione del riso?
Ma vi sono altri personaggi illustri che hanno partecipato alla vita dell’Accademia: i chimici Amedeo Avogadro e Ascanio Sobrero, l’ingegnere Galileo Ferraris, il medico Giulio Bizzozzero, i botanici Oreste Mattirolo e Beniamino Peyronel, i veterinari Edoardo Perroncito e Sebastiano Rivolta, gli economisti Arrigo Serpieri e Luigi Einaudi, senza dimenticare la lunga serie degli agronomi fra i quali Alessandro Faà di Bruno, Emilio Bertone di Sambuy, Luigi Arcozzi Masino, Ottavio Ottavi, Cosimo Ridolfi, Giovanni Dalmasso e altri.
L’Accademia possiede inoltre un importante patrimonio librario specializzato di notevole rilevanza, caratterizzato oltre che da volumi e articoli vari, da unaserie di Atti della Società nei quali sono annotati i progressi dell’agricoltura e i contributi scientifici e tecnici esposti ai Soci durante le riunioni mensili. Nella sede dell’Accademia esiste anche una preziosa collezione di pomologia consistente in una raccolta di frutti artificiali prodotti, nel secolo scorso, da un vero artista, Francesco Garnier Valletti.
Un particolare merito dell’Accademia è quello di aver proposto e ottenuto, in accordo con l’Università e il Comune di Torino, l’istituzione nel 1936 della Facoltà di Agraria presso l’Ateneo torinese e per la realizzazione, nel 1980, del corso di laurea in Scienze forestali.
Oggi l’Accademia continua nella sua attività di studio e di ricerca su problemi vari con memorie e convegni mirati alla necessità di usare correttamente il territorio e le risorse agricole nei confronti dell’esigenza ineluttabile di conservare all’ambiente caratteristiche di “vivibilità” tali da non alterare il rapporto uomo-natura.